23. settembre 2019

20 ottobre 2019: il voto dei bambini non ancora nati sarebbe euroscettico

Rafforzate la protezione della vita nel Parlamento svizzero!

Il Parlamento europeo a Strasburgo tende a favorire l’aborto.

Il Parlamento europeo a Strasburgo tende a favorire l’aborto.

Una potente lobby in seno al Parlamento europeo vuole far passare l’aborto come un «diritto umano». Motivo più che sufficiente dunque per dare la preferenza, alle prossime elezioni federali, a partiti e candidati euroscettici.

La goccia scava la roccia. Ecco cosa sembrano essersi detti anche i fautori dell’aborto al Parlamento europeo decisi a fare ancorare l’aborto come «diritto umano» in tutti gli Stati membri dell’Unione. Sono per lo più esponenti di sinistra a presentare regolarmente, su incarico di commissioni specialistiche, relazioni nelle quali fra i vari punti si fa più o meno apertamente riferimento ad un presunto «diritto» all’aborto.

Il 10 dicembre del 2013 i fautori dell’aborto avevano perso per un soffio la votazione su una relazione presentata dalla deputata socialista portoghese Edite Estrela. Anche il loro intervento successivo, promosso dalla deputata dei verdi portoghese Inês Zuber, non era stato accolto il 10 marzo 2014. Da allora, però, il Parlamento europeo ha accolto varie relazioni a favore dell’aborto: il 10 marzo 2015 quella del deputato socialista belga Marc Tarabella, il 12 marzo 2015 quella del deputato socialista italiano Pier Antonio Panzeri, il 9 giugno 2015 quella della deputata socialista tedesca Maria Noichl, il 1° marzo 2018 quella del deputato democristiano lussemburghese Frank Engel, il 13 febbraio 2019 quella del deputato comunista portoghese João Pimenta Lopes.

SORPASSO DI COMPETENZE

Tutte le relazioni, con il loro riferimento, ora implicito, ora esplicito, ad un «diritto» all’aborto, oltrepassano la competenza della UE. Infatti, fino a ordine contrario, la competenza legislativa in materia di aborto spetta innegabilmente agli Stati membri. In tema di aborto non esiste uniformità legislativa in Europa. Ma è proprio questa la ragione alla base del tentativo dei fautori di far considerare l’aborto un «diritto umano»: i diritti umani sottostanno infatti al diritto internazionale.

Le relazioni accolte dal Parlamento europeo non hanno carattere giuridicamente vincolante. Va da sé, però, che sono volte a influenzare significativamente le scelte della Commissione europea. Per quel la riguarda, la Commissione europea è l’unica a detenere il diritto d’iniziativa e ad avere la facoltà di avviare a una procedura legislativa.

L’UE E LA SVIZZERA

Come detto, nella legislatura appena terminata (2014–2019) in seno al Parlamento europeo si sono delineate chiare tendenze contrarie alla protezione della vita. A fine maggio 2019 si sono svolte le ultime elezioni europee con l’elezione di nuovi parlamentari. Al momento non è ancora possibile pronunciarsi su come si muoverà in tema di aborto la nuova composizione parlamentare in carica dal 2 luglio.

Il 20 ottobre prossimo, l’elettorato svizzero sarà chiamato a eleggere i propri rappresentanti nei due rami del parlamento nazionale. Per quanto riguarda le relazioni tra la Svizzera e l’UE, a tenere banco attualmente è la questione dell’accordo quadro. Vi è il rischio di un incremento della ripresa automatica del diritto UE da parte della Svizzera. In considerazione di ciò, l’Associazione Mamma ritiene che, dal punto di vista della protezione della vita, sia sensato preferire partiti e candidati euroscettici. L’aborto non dovrà in alcun modo essere dichiarato un diritto umano. Mantenendo una separazione quanto più chiara possibile dal diritto UE, la Svizzera continuerà a godere del necessario margine di manovra al riguardo.

VOTATE ANCHE VOI!

Ovviamente, oltre alle questioni dei rapporti con l’UE e dell’accordo quadro, elettrici ed elettori dovranno anche tenere attentamente d’occhio l’orientamento concreto pro-vita: qual è la posizione di candidati e partiti nei confronti della protezione dei bambini non ancora nati? Sostenete i partiti e i candidati vicini alla causa della difesa della vita. È importante rafforzare la protezione della vita in Svizzera. Cogliete l’occasione e fate uso del vostro diritto di scelta andando a votare il 20 ottobre!

«Uno di noi»: il logo dell’iniziativa dei cittadini. </p>
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«Uno di noi»: il logo dell’iniziativa dei cittadini.

L’UE ignora 1¾ milioni di firme a favore della vita

INIZIATIVA DEI CITTADINI SENZA EFFETTO

Negli ultimi anni, l’UE non solo ha approvato varie relazioni in favore dell’aborto (vedi articolo principale). Va ricordato anche il disprezzo con cui la Commissione europea ha accolto l’iniziativa «One of Us» (Uno di noi) promossa dai cittadini europei. Con l’iniziativa sottoposta il 28 febbraio 2014, circa 1¾ milioni di cittadini UE avevano chiesto all’UE di non più (co)finanziare attività che comportino l’uccisione di bambini non ancora nati. Nessuna delle finora tre altre iniziative dei cittadini europei riuscite ha raccolto così tante firme. Ciononostante, la Commissione europea non si è sentita in dovere di avviare una procedura legislativa. Lo scorso 29 luglio 2019, il procuratore generale della Corte di giustizia dell’Unione europea aveva raccomandato, in ultima istanza, di respingere un ricorso inoltrato dal comitato promotore dell’iniziativa.