24. novembre 2022

Alla 23a settimana, la madre ha detto «sì» al suo bambino, anche se gli mancava un avambraccio!

… ed oggi il maschietto è «semplicemente sempre felice»…

Piccolo forte uomo: Koda-James (1 anno e 8 mesi) con la sua mamma Lucy Rook (20 anni).

Una breve video che riprendeva la 20enne britannica Lucy Rook il 14 ottobre 2022 su TikTok, è diventato «virale»: esso illustra i motivi per cui due anni prima lei avrebbe dovuto abortire suo figlio, naturalmente secondo l’opinione dei medici! Oltre un milione di persone ha visionato il clip. Ben presto alcuni media si sono soffermati sulla vicenda. Lucy non ha abortito… e l’avambraccio mancante di Koda-James non impedisce oggi alla madre e a suo figlio di vivere felici!

Era stata una gravidanza non programmata di una teenager. Lucy aveva 17 anni e il suo amico 16. Nella prima ecografia eseguita alla 12a settimana di gravidanza tutto sembrava ancora «normale». Tuttavia l’ecografia eseguita alla 20a settimana rilevava improvvisamente che era emerso un problema all’avambraccio sinistro… Infine era stata diagnosticata una «sindrome della banda amniotica»: una malformazione che – secondo Wikipedia – si verifica per ragioni meccaniche, qualora bande fibrose amputano parti del corpo del bambino non ancora nato.

«La sua vita sarà così tremenda?»

A causa di una vascolarizzazione lacunosa l’avambraccio sinistro del bambino nel grembo di Lucy era privo di vita e si era staccato. Ora Lucy si trovava in mezzo alla tempesta delle offerte di un aborto «fatte con tutte le buone intenzioni». Ancora alla 23a settimana i medici volevano che lei abortisse. Aveva dovuto sentire affermazioni come: «Suo figlio avrà un solo braccio, è sicura di non voler abortire?» – «Avrà una cattiva qualità di vita.» – «Non crediamo che ce la farà è così malato.» – «Lei è così giovane, ha un futuro davanti, non deve farsi alcuna preoccupazione per un bebè.» – «La gente non lo tratterà normalmente.»

Che cosa suscitano queste cupe profezie nelle donne incinte? Lucy spiega: «Ero lì seduta, letteralmente distrutta, e mi sono chiesta: se mi propongono un aborto alla 23a settimana vuol dire che la sua vita sarà così tremenda?»

«È un lottatore»

Nonostante lo scenario terrorizzante che le era stato dipinto, Lucy si è decisa contro l’aborto. «Sapevo che mio figlio meritava di vivere e che non lo avrei lasciato morire alla 23a settimana a causa del fatto che gli mancava un avambraccio» – un’affermazione forte di una giovane madre coraggiosa! E Lucy ha dovuto effettivamente esserlo. Soprattutto perché la nascita ha avuto un decorso piuttosto drammatico e Koda-James aveva dapprima dovuto essere collocato nel reparto di cure intense per neonati. Più volte aveva infatti rischiato di morire.

Ma il figlio di Lucy aveva superato questo difficile inizio della sua vita terrena. «È un lottatore», dichiara la madre orgogliosa. Spiega che i medici avevano invero ragione riguardo al fatto che Koda-James sarebbe effettivamente venuto al mondo con un solo avambraccio… Tuttavia egli «sbalordisce ogni giorno tutti per come riesce a fare tutto nonostante questo problema. Nostro figlio è incredibile!» Dovrebbe essere il «bebè più felice di tutti i tempi»: è «semplicemente sempre felice» e «amichevole con tutti», gli piacciono le persone e adora discutere con l’uno e l’altro. «Mio splendido bambino, non potrei mai abbandonarti! Non sarai mai solo perché la tua mamma sarà sempre al tuo fianco.» – Sono parole d’amore dette dalla madre di un bambino «disabile»…

Salvare i bambini vitali, non importa se sani o disabili!

Nessun aborto a partire dalla 22a settimana!

Con l’iniziativa popolare «Salvare i bambini vitali» gli aborti in un momento così avanzato, come raccomandato dai medici in Inghilterra a Lucy Rook, non sarebbero più autorizzati in Svizzera. Negli ultimi 10 anni per contro (2012–2021) sono stati abortiti in Svizzera ancora fino a 100 bambini a partire dalla 22a settimana di gravidanza (ca. l’1 % di tutti gli aborti). Circa la metà per «motivi psicosociali» della madre – mentre invece il bambino era del tutto sano –, l’altra metà a causa di malattia o malformazione del bambino.

Il tema «aborto in caso di disabilità» comporta sempre discussioni. Ma, in definitiva, il valore unico della dignità che è insito e inviolabile in tutti i membri della famiglia dell’umanità, dev’essere rispettato e protetto anche per tutte le persone con disabilità e già per i bambini non ancora nati. Nessun essere umano può dire che una vita non sia «degna di essere vissuta». La storia tratta dalla vita reale di Lucy Rook e di suo figlio Koda-James illustra l’esempio di un bambino che, secondo i canoni della nostra società, non è «sano»; ciononostante, egli è «il bebè più felice di tutti i tempi», come dice sua madre.