24. settembre 2021

Texas all’avanguardia: «legge del battito cardiaco» in vigore!

Presto si potrebbe anche giungere alla revisione dell’aborto «legale» per tutti gli Stati Uniti

Un cuore per i bambini non ancora nati: il governatore texano Greg Abbott (sulla sedia a rotelle al centro) ha firmato il 19 maggio 2021 la «legge del battito cardiaco» entrato in vigore lo scorso 1° settembre.

I giudici nelle loro lunghe vesti nere: la Corte suprema degli USA potrebbe fra non molto decidere a favore di una maggiore libertà degli Stati federati in materia di protezione dei bambini non ancora nati.

Dal 1° settembre 2021 le cliniche abortive dello Stato federato USA del Texas sono pressoché chiuse: una nuova legge consente gli aborti soltanto qualora non sia ancora rilevato il battito cardiaco dell’embrione. Così, ogni anno decine di migliaia di bambini non ancora nati possono essere protetti dall’aborto. Le madri nel bisogno trovono sostegno presso oltre 200 servizi di assistenza. I difensori della vita guardano inoltre con apprensione all’imminente periodo di sedute della Corte suprema degli USA: ci si attende una sentenza di grande impatto per la protezione della vita.

Quella texana non è la prima «legge del battito cardiaco» adottata da uno Stato federato USA. Già altri Stati hanno introdotto in precedenza una corrispondente normativa, secondo cui gli aborti sono punibili dal momento in cui il battito cardiaco dell’embrione può essere dimostrato mediante gli ultrasuoni, ossia già dalla 6a settimana di gravidanza. Tuttavia, la legge texana è la prima a poter essere realmente entrata in vigore! La sua specificità consiste nel fatto che la sua esecuzione è affidata a privati e non allo Stato. In tal modo l’esecuzione può venire bloccata meno facilmente mediante azioni giudiziarie. Di conseguenza, tanto la Corte suprema degli USA quanto la competente Corte d’appello federale degli USA non hanno ostacolato l’entrata in vigore del divieto. Ciononostante si preannunciano controversie al riguardo. Il 9 settembre perfino l’amministrazione Biden-Harris ha presentato una propria accusa!

Numerose offerte di aiuto per le madri nel bisogno

Molti media, anche in Svizzera, criticano ad alta voce il fatto che, con la nuova legge in Texas, le «denunce» prenderanno piede: chi offre aborti dopo la 6a settimana di gravidanza o presta assistenza a tal fine (esclusa però la donna stessa che si sottopone all’aborto) può essere accusato civilmente. Le voci di critica ignorano tuttavia semplicemente il diritto alla vita di ogni bambino non ancora nato, nonché il fatto che l’aborto è un’ingiustizia! Ignorano le decine di migliaia di bambini non ancora nati ai quali la nuova normativa salverà la vita (cfr. anche il riquadro «Le leggi che proteggono la vita sono efficaci!» in basso di questa pagina). Ignorano anche le ampie e gratuite offerte di aiuto rivolte alle madri nel bisogno in Texas da oltre 200 centri di aiuto per donne incinte e da altre organizzazioni per la protezione della vita. Il Parlamento texano e il governatore Greg Abbott hanno inoltre stanziato per i prossimi anni diverse centinaia di milioni di dollari in favore delle famiglie, delle madri e dei loro figli!

Una legge sull’aborto all’esame della corte suprema

Nel 2019, lo Stato federato del Mississippi ha introdotto non una «legge del battito cardiaco» ma perlomeno un divieto di abortire dalla 15a settimana di gravidanza. I fautori dell’aborto si sono schierati contro tale divieto e le istanze giudiziarie inferiori lo hanno dichiarato di fatto non valido. Ma il 17 maggio 2021 la Corte suprema degli USA è entrata nel merito del caso. Durante l’imminente periodo di sedute tra ottobre 2021 e giugno-luglio 2022 sarà quindi emessa una sentenza in materia di legislazione sull’aborto da parte della Corte suprema!

I difensori della vita nutrono di conseguenza la speranza che il controverso giudizio emesso nel 1973 sul caso «Roe contro Wade» sia finalmente sottoposto a revisione. Questa decisione aveva di fatto dichiarato «legale» ogni aborto eseguito fino alla 24a settimana di gravidanza negli USA. La speranza riguardo all’attesa sentenza è tanto più grande per il fatto che la composizione del tribunale si presenta oggi nettamente più conservatrice rispetto a un paio di anni fa. Se la Corte suprema dichiarerà che la legge del Mississippi è conforme alla Costituzione e la sentenza del 1973 verrà di conseguenza riveduta, almeno 22 dei 50 Stati federati USA potranno usufruire della maggiore libertà attribuita in materia di legislazione sull’aborto al fine di migliorare notevolmente la protezione dei bambini non ancora nati.

 

Il Messico non protegge più i bambini non ancora nati

Tristissima sentenza

Non lontano dal Texas (invero direttamente nelle sue vicinanze), il 7 settembre 2021 i dieci giudici supremi del Messico hanno dichiarato «anticostituzionale» un divieto generale di abortire. Essi hanno quindi ceduto alla pressione esercitata per anni dalle femministe radicali?! La tristissima sentenza mostra come la protezione legale dei bambini non ancora nati permane combattuta nel mondo intero!

Le leggi che proteggono la vita sono efficaci!

Nuovo studio

Molti fautori dell’aborto minimizzano l’efficacia delle leggi che proteggono la vita. Essi sostengono che le donne che vogliono abortire si recherebbero in un luogo in cui l’aborto è consentito qualora fosse vietato laddove abitano. Dai risultati di un nuovo studio svolto negli USA – come illustra Michael J. New del Lozier Institute – emerge invece che le leggi per la protezione della vita possono proteggere con successo i bambini non ancora nati. E che, invero, la distanza tra la donna che vuole abortire dalla clinica abortiva più vicina esercita un influsso significativo sulla percentuale di aborti! Man mano che aumenta la distanza dalla clinica abortiva più vicina, meno sono gli aborti eseguiti. Di conseguenza vale anche quanto segue: più numerosi saranno gli Stati che adotteranno leggi favorevoli alla protezione della vita, maggiore sarà il numero dei bambini non ancora nati che potranno essere salvati.