I principali argomenti in favore delle due iniziative
«La notte porta consiglio» e «Salvare i bambini vitali»
Un aborto non è una decisione irrilevante. Per tale motivo, almeno un giorno di riflessione dovrà essere una regola. Un bambino vitale fuori dall’utero deve beneficiare di un diritto assoluto alla vita.
3 argomenti: «La notte porta consiglio»
Un periodo di riflessione di un giorno per ridurre il più possibile il rischio di decisioni affrettate
«La notte porta consiglio» è un detto popolare che dovrebbe proteggere dalle decisioni avventate. Proprio in situazioni di conflitto di gravidanza, questa saggezza deve aiutare le donne incinte a non prendere decisioni sotto pressione o stress, di cui più tardi si pentono amaramente. Secondo stime, dopo un periodo di riflessione di almeno un giorno tra la consulenza medica e l’aborto, ogni anno circa 1000 donne in Svizzera avranno un ripensamento e diranno di sì al loro bambino. Salvare la vita a 1000 bambini: è quello che vuole questa iniziativa popolare!
Un periodo di riflessione per garantire il rispetto delle disposizioni legali esistenti
La legge disciplina che, prima di un aborto, i medici devono consegnare alla donna incinta un elenco di tutti i consultori e dei servizi di aiuto (art. 120 del Codice penale). La consulenza presso consultori e servizi di aiuto è però possibile soltanto se tra il colloquio con il medico e l’aborto viene garantito un periodo di riflessione. Sono molti i medici che non rispettano più alcun periodo di riflessione, soprattutto nella somministrazione della pillola abortiva. In tal modo va a perdersi l’effetto protettivo dell’attuale legge. Questa iniziativa popolare vuole apportare i correttivi necessari.
Introdurre un periodo di riflessione, com’è la prassi all’estero
Già 18 Stati europei applicano un periodo di riflessione. Fra essi figurano ad esempio la Germania e l’Italia. In Germania il periodo di riflessione è di tre giorni mentre in Italia addirittura di sette giorni. L’iniziativa popolare vuole colmare la lacuna legislativa svizzera mediante un disciplinamento moderato.
3 argomenti: «Salvare i bambini vitali»
Tener conto dei progressi della medicina
Negli ultimi decenni la neonatologia ha compiuto enormi progressi. I casi più estremi di nascite premature riguardano bambini che vengono al mondo già alla fine della 21a settimana di gravidanza e che possono sopravvivere – con l’impiego di misure di medicina intensiva – senza subire danni. Questa circostanza rende necessaria l’abolizione di ogni normativa che consenta un aborto in tale momento della gravidanza. È ciò che l’iniziativa popolare «Salvare i bambini vitali» vuole raggiungere.
Salvare ogni anno 100 bambini vitali fuori dall’utero
In Svizzera vengono abortiti annualmente fino a 100 bambini in un momento in cui essi potrebbero respirare fuori dall’utero e quindi vivere autonomamente. L’iniziativa popolare non vuole invero introdurre una graduatoria del diritto alla vita a seconda dell’età del bambino non ancora nato. Essa intende destare l’attenzione sulla sconcertante pratica degli aborti molto tardivi e abolire ogni normativa che consenta l’uccisione prenatale di bambini vitali. Questi bambini possono essere dati in adozione. Vi sono molti genitori che attendono di poter adottare un bambino.
Trattare i bambini vitali come i bambini nati prematuri
Nei casi di bambini in grado di sopravvivere fuori dall’utero dovrebbero essere applicati gli stessi criteri impiegati per i bambini nati prematuri. Ciò significa che i bambini vitali al di fuori dell’utero devono essere trattati alla stregua di un loro diritto assoluto alla vita. Questo vale indipendentemente dal fatto che un bambino sia sano o handicappato. È ciò che l’iniziativa popolare vuole assicurare.